“Dopo il Black Friday arrivano anche i Boxing Days, l’ennesima trovata per intercettare i consumatori prima dell’avvio dei saldi invernali. Risultato? Un danno ai commercianti che correttamente aspettano il 5 gennaio per dare il via alle vendite di fine stagione, a tutto vantaggio invece delle piattaforme web che hanno già iniziato a bombardare di offerte i consumatori”. Una strategia che ha fortemente diminuito l’effetto richiamo dei saldi sui consumatori, osserva Fabrizio Vagnini, presidente Confesercenti provinciale Rimini. “Per i negozi di abbigliamento fisici i saldi valevano fino a qualche anno fa fino al 30% del fatturato annuale. Per i saldi tradizionali i consumatori da sempre premiano i negozi di vicinato, dei quali possono verificare la veridicità dell’offerta. Le vendite con sconto e anche sottocosto sono diventate pratiche commerciali diffusissime, con cui si cercano di mantenere i volumi perduti in questi anni di difficoltà, ma di fatto penalizzano le attività meno strutturate che non possono competere contro campagne promozionali così aggressive”.
Vagnini chiede perciò di rivedere le regole per garantire sconti trasparenti ai consumatori e tutela della concorrenza. “I saldi si applicano solo a prodotti che abbiano una stagionalità, come abbigliamento e accessori moda, seguendo una disciplina giuridica complessa che va dalla comunicazione preventiva dell’inizio delle vendite di fine stagione all’obbligo del doppio prezzo in cartellino. Invece pre-saldi, vendite private e promozioni speciali disorientano e riducono le tutele dei consumatori, inducendoli a confondere le vendite promozionali con i saldi di fine stagione. Bisogna rivedere le regole anche avvicinando di più la data di partenza delle vendite alla fine reale della stagione”.