Il Comune ha avviato l’iter di approvazione del Piano dell’Arenile senza un vero confronto con la città: non vi è stato confronto con le categorie economiche, con le rappresentanze della società civile in generale, tutto è stato rimandato alle eventuali osservazioni formali ad un piano già pubblicato.
Il piano fa la scelta di considerare la spiaggia un foglio bianco per ridisegnarla come se si trattasse di un unico grande lotto libero. Le aree che saranno date in concessione e quelle che dovranno essere mantenute libere sono diverse da quelle attuali, senza una riga che stabilisca come ciò possa essere attuato, né alcuna norma transitoria.
Inoltre, il nuovo piano individua quale unica modalità di intervento la demolizione e ricostruzione dell’esistente con il pretesto degli strumenti urbanistici sovraordinati, ma la vera ragione è completare il Parco del Mare, avvalendosi degli investimenti dei futuri concessionari. Al di là dell’inesattezza giuridica, contestiamo l’opportunità politica di tale scelta e dubitiamo della reale possibilità di realizzazione, in assenza di una disciplina certa e definitiva sulle norme future per il rilascio delle concessioni.
Questo progetto considera sole le forme architettoniche in funzione del Parco del Mare, risultando quindi un azzardo e rischiando seriamente il fallimento. Ancora più grave è che il Comune abbia predisposto un piano che finisce per azzerare il valore aziendale dell’impresa e dei beni materiali ed immateriali degli attuali concessionari favorendo l’entrata, nella gestione della spiaggia di soggetti (vedi Jesolo) che snatureranno le tradizioni e la storia che hanno fatto di Rimini la capitale europea del turismo.
L’arenile, il balneare, sono il principale prodotto della nostra economia e un piano urbanistico dovrebbe valorizzare e tutelare il territorio per premiare e rendere possibile l’innovazione e riqualificazione di un prodotto capace di cogliere rapidamente ed anticipare le tendenze di mercato. Se vogliamo rimanere una meta all’avanguardia nella proposta di accoglienza, capace di attrezzare la spiaggia alle tendenze e richieste della domanda, dobbiamo dotarci di strumenti e norme adeguate, sostenibili ed economicamente realizzabili. A questo punto auspichiamo che si avvii un dibattito che faccia emergere le contraddizioni e i limiti della proposta di piano e che si apra un confronto con tutte le forze politiche prima dell’approvazione.