“Il progetto del parco eolico – afferma Fabrizio Vagnini, presidente di Confesercenti provinciale di Rimini – è un progetto che prevede l’installazione di 51 aerogeneratori che si eleveranno dal mare di oltre 200 metri. In base alla configurazione del progetto che verrà scelta, questo potrebbe avere una distanza minima dalla costa di 6 miglia nautiche (equivalenti a circa 11 km), coinvolgendo un’area di oltre 71 kmq di fondale coprendo un fronte che si estenderà da Rimini al promontorio del San Bartolo.
Bastano questi pochi numeri per capire l’impatto devastante che avrà questa installazione sul nostro territorio. In questi anni il dibattito si è concentrato sull’aspetto paesaggistico e su come cambierà il panorama di cui godiamo dalle nostre coste. Sicuramente questo è un aspetto fondamentale, soprattutto per un territorio a vocazione turistica come quello della Riviera, ci sono però altre criticità legate al progetto che sono altrettanto rilevanti.
Una su tutte l’impatto ambientale: decine di chilometri di fondale marino saranno deturpati dall’installazione di 51 pali da 7,5 metri di diametro, con un evidente danno per la flora e la fauna di quell’area, oltre al danno economico per chi vive della pesca in quelle zone. Bisogna considerare poi il cantiere che per anni impegnerà il nostro territorio. Viste le dimensioni del progetto, anche il cantiere avrà una dimensione eccezionale e ritengo sia difficile immaginare l’impatto che avrà sulle nostre città e sul nostro turismo.
Infine mi preme sottolineare anche un dato di natura economica. Abbiamo visto come, durante la recente crisi energetica, a far aumentare esponenzialmente il prezzo dell’energia non sono state solamente la difficoltà negli approvvigionamenti, ma ha influito molto anche il fattore speculativo. Mi domando quindi, visto che la società creata ad hoc per questo progetto è interamente costituita da soggetti privati, oltretutto estranei al nostro territorio, che garanzie abbiamo in termini di prezzi e forniture?
Alla luce di queste problematiche e visto che comunque, nelle ottimistiche previsioni dei costruttori, il parco eolico non sarà operativo prima di luglio 2024, ritengo sia fondamentale concentrarsi su progetti più sostenibili e che possano aver ricadute positive dirette sulle nostre città.
Mi riferisco alle comunità energetiche rinnovabili, associazioni di cittadini e imprenditori che si uniscono per generare e gestire in autonomia energia verde installando sui tetti degli edifici pannelli solari e riversando quell’energia prodotta direttamente nella zona circostante. Così come l’eolico, questa non è una soluzione che ci emanciperebbe dalla dipendenza da combustibili fossili, ma sarebbe una risposta più veloce, razionale e sostenibile alle problematiche di approvvigionamento energetico.
Per rendere questa risposta efficace, però, è necessario snellire le procedure burocratiche per l’installazione dei pannelli, oltre ad adeguare il nostro sistema di distribuzione e gestione dell’energia attraverso una mappatura e il potenziamento delle cabine primarie della provincia in modo da riuscire a gestire circolarmente l’energia prodotta.
Auspico quindi che i nostri amministratori si concentrino su questo tipo di progetti, piuttosto che su mastodontici impianti che deturpano il nostro paesaggio e mettono a rischio la nostra economia”.